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I necessari cattivi della storia |
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Miles City,
22 Marzo 2007 |
Miei Cari amici ,
domani o dopodomani (come al solito tutto dipenderà dal
caso) lascerò il vostro “sentiero”
per andare verso la regione dei grandi laghi. Sinceramente debbo
dire che il distacco sarà meno “traumatico”
rispetto a quello di altri che mi hanno accompagnato, forse perché
l’atmosfera della vostra scoperta si fa sentire sempre meno.
…
Solo il cielo è rimasto identico: il “grande
cielo” con le sue infinite varietà di sfumature
dell’azzurro e del rosa, un cielo che sembra la terra non
ce la faccia a tenere su e stia per cadere da un momento all’altro,
un cielo di cui vorresti catturarne la bellezza per poterla poi
raccontare.
L’aver percorso al ritroso quello che tanti anni fà
avete scoperto è stato come vivere un quotidiano stato
di esaltazione con un paesaggio nuovo dietro ogni curva, con un
racconto diverso nascosto dietro ogni sguardo, con la voglia di
fermarmi e di non proseguire per paura di perdere quello che mi
veniva offerto: ed invece non ho mai dovuto rimpiangere di essere
andato avanti. …
…
Ma non crediate già di liberarvi già di me! Vi porterò
fuori dal “sentiero di Lewis e Clark” ed
insieme a Sua Eccellenza Vitus Bering andremo a trovare Leif Eriksson
che ci aspetta nel freddo della sua Groenlandia per raccontarci
nuove avventure.
Poi verrete ancora con me e dovrete pazientemente sopportare le
mie storie, i miei incontri ed i miei racconti, le mie emozioni
ed i miei ricordi e….. tant’altro ancora.
Con sincera amicizia e gratitudine
Francesco de Marzio
P. S. prima di partire ho messo da parte alcune bottiglie di
vino e quando tornerete a trovarmi in campagna lo berremo insieme:
sinceramente non ne posso più della birra.
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Bismarck, 25
Marzo 2007
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Egregio Signore,
è con grande piacere che ho accolto l’invito dei
capitani Meriwether Lewis e William Clark di venirla a salutare
a Bismarck, anche perché ho avuto così l’occasione
per rivedere questo posto che ai nostri tempi era solo un fangoso
avamposto di frontiera. Camminare lungo i vialetti in cemento
con ai lati ordinate e colorate villette, vedere quelle tante
chiese una appiccicata all’altra , sentire l’incessante
sferragliare dei treni, confesso mi ha lasciato un po’ frastornato…
…
Più di una volta grazie ai miei suggerimenti è stato
preso il braccio del fiume giusto, evitando così di finire
in pericolose rapide o in agguati indiani. Per giorni e giorni
andavo avanti per assicurarmi che il percorso fosse quello esatto
senza alcun risparmio di energie: ed proprio durante una di queste
assenze che mia moglie l’indiana Sacagawea si è infilata
nella tenda del capitano …. ….preferisco non fare
nomi. Ma io sono stato comprensivo sia verso le umane pulsioni
di un giovane ufficiale, sia verso la selvaggia natura di colei
che ho avuto la dabbenaggine di sposare solo perché quella
sera avevo bevuto un bicchiere di sidro di troppo e le richieste
del padre e del fratello (due coltelli, un’ascia e quattro
coperte) mi erano sembrate irrisorie. Le notti di un trapper sono
tanto lunghe quanto fredde e spesso il fuoco non basta a togliere
il gelo da dentro le ossa , ma aveva ragione mio padre che invano
ha tentato di insegnarmi a diffidare di una pelliccia che costa
poco……. prima o poi i difetti vengono fuori…
…
Con sensi della mia più sincera gratitudine per l’attenzione
con cui mi ha letto auguro alla sua “spedizione”
tutto il successo immaginabile
Toussaint Charbonneau |
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