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Arrivederci - Dasvidania |
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Vladivostok,
18 febbraio 2007 |
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Come descrivere quell’odore di carbone misto a quello di
pesce che il capotreno cucinava abitualmente sulle vostre stufe?
E ancora con quali parole si può raccontare l’ordinato
ed incessante andirivieni dei passeggeri che si alternavano al
samovar in fondo al corridoio per aggiungere acqua calda al tè,
al caffè, a quelle zuppe liofilizzate dai cento aromi e
dai mille sapori?
Lo so che avete rallentato adducendo come scusa un cumulo di neve
troppo alta sui binari o quei lavori in corso per il cambio di
una traversina solo per farmi vedere quello scorcio di foresta
bianca di spoglie betulle, quei grandi fiumi ghiacciati, quei
tramonti incendiari, quelle albe improvvise. Lo so e Vi ringrazio.
Ci vorrà molto tempo, se il molto sarà sufficiente,
per far si che vi dimentichi…
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arrivederci a tutti quanti voi, arrivederci e a presto
Francesco
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DASVIDANIA |
Vladivostok, 18 febbraio 2007
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Caro Francesco
quando il N.159 Ti ha visto salire a S. Pietroburgo trascinandoti
dietro quelle due monumentali valigie da commesso viaggiatore
di stoffe polacco, non ha fatto caso minimamente a te…
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Ci ha detto che avevi uno sguardo triste e se da una parte ne
siamo tutti lusingati ti invitiamo con l’affetto dell’amicizia
che oramai ci lega , a non esserlo.
Continua il tuo viaggio, noi ti aspetteremo e anche se troverai
i nostri vestiti con qualche toppa in più siamo certi che
ci apprezzerai lo stesso. Non deve esserci tra noi la tristezza
dell’addio ma solo la inevitabile commozione di un arrivederci:
ed allora … dasvidania Francesco … dasvidania
anche da quelli che non hanno fatto in tempo a firmare questa
lettera.
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