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Ti ricordi di Ciu Ciu Mpai? |
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Pechino,
6 febbraio 2007 |
Caro Alfredo,
Ti ricordi di Ciu Ciu Mpai?
Si certo proprio lui quello con la divisa grigio topo di allora
e la “scoppoletta” con la stella rossa sopra la visiera
che durante il consueto ricevimento di ottobre all’ambasciata
cinese di Roma, interrompeva quel poco dignitoso assalto al buffet
e lasciando chi con uno spring roll a mezza bocca chi con un raviolo
ancora nell’epiglottide, cominciava a sbraitare di “rivoluzione
cultuale ….. Grande Timoniere …… Guardie Rosse……
trionfo sul capitalismo yankee e sui suoi cani da guardia …..”.
Tante volte ci siamo chiesti quale ruolo ricoprisse effettivamente
all’interno della misteriosa nomenklatura cinese, sicuramente
non era il semplice addetto commerciale come appariva dal suo
biglietto da vista e quei discorsi che relegavano l’ambasciatore
a ruolo di semplice comparsa, erano la prova di una carica non
ufficiale ma ben più importante.
…
…
Forse un giorno se Ti andrà mi dirai della sua storia.
Ora vado ad ingozzarmi di spring rolls, ravioli fritti, riso cantonese,
maiale in agrodolce con germogli di bamboo nella certezza che
nessuno se non la premura dei camerieri, interromperà la
mia cena.
Ciao Francesco
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Pechino,
7 febbraio 2007
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Caro Francesco,
quando hai deciso di fare questo viaggio nostra madre e nostro
padre mi hanno chiamato e mi hanno detto quella solita frase che
mi perseguita da anni, “pensaci tu, in fin dei conti
sei il fratello maggiore”. Ovviamente non e’
la prima volta e debbo dire fai il possibile affinché non
me ne stia in pace a leggere.
Continui a scendere dai taxi senza guardare chi sta arrivando,
scambi quattro allegri giovanotti in simpatici militari in licenza,
e mi è toccato farli bere un po’ di più lasciando
che si addormentassero ubriachi per evitare di venire a rapinarti
come avevano progettato. Non parliamo poi dei mercati dove ti
aggiri con la stessa tranquillità di quando vai al supermercato
di Avigliano Umbro, litighi con i portabagagli di mezza Russia
e di mezza Cina, te ne vai in vicoli e strade dove la gente di
buon senso neanche pensa di andare: insomma non mi fai annoiare
anche se a volte ne avrei proprio voglia. …
…
… ma sarà un po’ meno triste e sognerà
di quei giorni quando con fierezza ogni mattina, infilandosi quella
sempre sgualcita uniforme “grigio topo” si
sentiva parte di “una grande illusione” che
però la sua buona fede credeva fosse “semplicemente“
una rivoluzione.
Ti lascio alla Tua cena , però fammi un favore quando scendi
dai taxi prima di spalancare la portiera guarda chi sta arrivando
Ciao, tuo fratello
Alfredo
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