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Uomini e cose |
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New York, 6 Aprile 2007 |
Caro Ettore,
sono arrivato a New York. New York, questa città così
piena di ricordi della nostra famiglia e, che tutti noi, soprattutto
quelli che ci hanno lasciato troppo frettolosamente, abbiamo vissuto
in periodi diversi, questa città che ti basta lasciarla
solo per un po’ per ritrovarla cambiata: questo incantevole
posto dove la gente con tutta la buona volontà a volte
proprio non trova il tempo di essere amichevole e di cui ognuno
che ci viene tenta inutilmente di catturarne un pezzo attraverso
le immagini di un bella fotografia. Questa città che ti
si offre senza condizioni ma non versa una lacrima quando parti,
forse perché ha la sicurezza che di lei non potrai farne
a meno e comunque, anche se non la vedrai mai più, non
riuscirai a dimenticarla nell’illusione di averla capita.
…
…
Ho firmato frettolosamente i fogli di consegna e sono andato via
senza voltarmi indietro: non mi vergogno di dirti che ho provato
un forte dispiacere nel separarmi da chi mi ha accompagnato per
oltre 27mila miglia di vagabondare, sopportando il mio arcinoto
rapporto conflittuale con i mezzi meccanici di ogni tipo e specie……
dal tostapane in poi …
…
Non fare caso se i periodi sono o troppo asciutti o troppo ridondanti,
è il suo stile ed è questo che la fa particolare.
Un forte abbraccio, tanti auguri per una serena
Pasqua
Francesco
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Newark, 4 Aprile 2007
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Caro amico per scelta e proprietario per scontrino fiscale,
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Inizialmente parlavi poco e preferivi affidarti alla memoria ,
poi ti sei sciolto sei diventato meno timido ed hai capito che
i ricordi potevi averli insieme a me. Mi hai trattato a volte
con rudezza ma poi ho imparato a capire che quel tuo forzarmi
a cose a cui non ero stata programmata era solo a fin di bene,
anche se a volte mi hai fatto arrossire con quelle tue proposte.
…
…
Mi auguro che non mi costringa a guardare quello che si può
tranquillamente acquistare anche in una cartoleria del Bangla
Desh; mi auguro che tu sappia trovare un tema, poi ci penserò
io a raccontarlo. Certo perché il nostro sino ad oggi è
stato un ottimo lavoro di squadra, nato da una forte intesa trovata
attraverso la complicità del “giorno dopo giorno”.
Il nostro non è un fuoco di paglia che si esaurisce con
il cadere di una stella, il nostro è un rapporto che va
al di là di quella che la convenzione dei benpensanti definisce
“uomo – cosa”. E non importa se altri non sapranno
mai di noi: ci siamo io e te con l’esclusività di
un rapporto. Un rapporto dell’assurdo? Questo lascialo dire
ad altri…
…
Ti prego quando arriviamo in albergo ricordati di me, questo tassista
ha l’aria di un furfante e non vorrei ritrovarmi in qualche
banco pegni del Bronx.
Con affetto la tua
XX 94 DIG |
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